beruby.com - Risparmia acquistando online
Il trekking delle due fiumare... - LA LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE | LA LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE

LA LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE » Trekking » Il trekking delle due fiumare…

Il trekking delle due fiumare…



di Francesco Manglaviti  – Archiviata la splendida escursione di Pentedattilo,  gli amici di “Grecanica Trekking”, in data 08.05.2011, si sono puntualmente ritrovati ad Amendolea di Condofuri. Anche questa è stata un’uscita stimolante e ricca di spunti di ragguardevole interesse. Per quasi tutto il percorso, la stupenda cornice dell’entroterra grecanico, ha avuto come palcoscenico il letto bianco di ciotolame e sabbia finissima, prima del torrente Pisciato, e poi dell’abbagliante ed imperiosa Fiumara dell’Amendolea.

Il gruppo ha fedelmente ripercorso quelli  che furono gli angusti sentieri degli agricoltori di un tempo. E, man mano che la strada si consumava, forte era la sensazione di penetrare in un mondo diverso, primitivo, immune dai tentacoli di una civiltà che tutto ingloba e tutto inaridisce. In queste contrade infatti, in nome del progresso, si è consumato il rituale di un’emigrazione di massa che ha portato sconcerto e desolazione in quasi tutto il territorio.

Ripercorrendo un tratto del torrente Pisciato ed una vecchia mulattiera, tra piante di ulivo e mandorle che si diradano, tra ciuffi di ginestra che spuntano selvaggiamente dalle fessure rocciose, si è giunti in località Furrito dove è stato possibile apprezzare l’intera vallata dell’Amendolea che suole aprirsi tra imponenti montagne e chiazze di verde scuro.

Cenni storici

La fiumara dell’ Amendolea segnava il confine fra le due più importanti colonie della Magna Grecia: Locri da un lato e Reggio dall’altro. A quel tempo, si narra, che questo fiume si chiamava Alece ed era navigabile. La maggior parte degli studiosi sono dell’avviso che nella sponda locrese di questo fiume era situata l’antica Peripoli (di cui parlano diversi storici a partire da Tucidide e Zabone e finire al Nucera).

Peripoli, (città fortezza perché stava al confine) fu teatro di aspre battaglie che portarono alla fine alla sua distruzione.  Il Barrio (storico calabrese del 1500), traendo spunto da Tucidide scrive: “presso il fiume Alece sta la cittadella di Amygdalia, una volta detta Peripolis”.

Quel che è certo, comunque, è che Peripoli fu il luogo dove visse Pasitele, grande scrittore, pittore e scultore, tra l’altro, autore di un Giove scolpito in avorio e di una statua in bronzo raffigurante Apollo che è gelosamente custodita nel Museo nazionale di Napoli.

Ma veniamo alla storia recente. Per una strana coincidenza del destino noi abitanti dell’Area Grecanica usufruiamo di alcune notizie storiche, nonché paesaggistiche, grazie a due scrittori stranieri: un inglese, Edward Lear, ed un tedesco, Alberto Fortis. Il primo ci fa una descrizione abbastanza puntuale del nostro patrimonio paesaggistico ed ambientale, mentre il secondo, ci dà un quadro desolante di quella che fu la situazione socioeconomica nella prima metà dell’ottocento. “A  Condofuri (1036 abitanti), a Gallicianò (358 abitanti), ad Amendolea (270 abitanti) non sono sconosciute le monete coniate, il commercio si effettua per iscambio come i primi abitatori della terra, gli abitanti vivono racchiusi nelle loro rupi, non percorsi da vie ne da sentieri e non hanno alcuna dimestichezza con il resto del mondo.”

Il luogo e la leggenda

«Le leggende popolari narrano che in tempi remoti la fiumara fosse navigabile (naturalmente questo non è mai stato provato). Una di queste leggende narra che due paesi posti sulle sponde opposte si facevano in continuazione la guerra e che, per porre fine a tali ostilità c’è voluto un intervento divino. Da quel momento, narra la leggenda, tra i due paesi non vi fu più alcun contatto ma i morti di quella guerra vagano ancora sul letto dell’Amendolea senza riuscire a trovarne pace. »

Da Strabone,  «Il fiume Alece, che divide il territorio di Rhegion dalla Locride passando attraverso una profonda valle, ha questa particolarità riguardo alle cicale: quelle sulla riva locrese cantano, mentre quelle sull’altra riva non hanno voce. Si congettura che ciò ne sia la causa: le seconde si troverebbero in un luogo ombroso, cosicché le loro membrane sarebbero sempre umide e non si distenderebbero mai; le prime, invece, stando in un luogo soleggiato, avrebbero le membrane asciutte e simili al corno, così da essere ben adatte ad emettere il suono. »


Written by

Filed under: Trekking · Tags: , , , , , , , , , ,

Comments are closed.

Guadagna soldi

Crea sito web gratis